martedì 20 luglio 2010

"L'imbroglio dei capi basici" ovvero "La moda è relativa"

I capi basici del guardaroba sono quelli senza cui un guardaroba è indegno di definirsi tale. Quali siano è discutibile. Però credo che la seguente lista potrebbe essere considerata accettabile dalla maggior parte delle persone:
- jeans
- little black dress
- tailleur
- t-shirt bianca
- t-shirt nera
- golfino o cardigan semplice
- qualunque altro capo semplice, di classe e facilmente abbinabile, di colore grigio, nero o bianco

Ci dicono che questo genere di vestiti vale una spesa un po' più forte in vista di una qualità superiore, perchè tanto non passeranno mai di moda. E qui viene il bello. Sono tutte frottole, lo stile cambia, eccome! E i capi "basici" non si salvano di sicuro".
Va bene che molte mode ritornano (vedi la zampa d'elefante), ma lo fanno a cicli e raramente nello stesso modo. E non c'è bisogno di risalire al medioevo: io durante la mia vita sono passata dai jeans a vita media e zampa d'elefante del liceo ai jeans a vita bassissima e strizzati di un paio di anni fa. Adesso la vita si sta alzando di nuovo e suppongo che ci saranno parecchi altri cambiamenti. Se andassi in giro con i miei jeans del liceo la gente mi guarderebbe come fossi un residuo storico bizzarro (a meno di non spacciarlo per vintage, ma, se si fa attenzione, anche il vintage deve essere alla moda di adesso).
Anche le fogge delle t-shirt cambiano: dalla versione larga e accollata a quella più scollata e sagomata, lunga due anni fa, in rapido accorciamento con il risalire della vita dei pantaloni.
Cambia senza dubbio anche cosa si cosidera un capo basico. Adesso consideriamo basici i leggings, specie nella versione nera a tinta unita. Ma fino a qualche anno fa non si trovavano da nessuna parte. Risalendo però un po' più indietro però troviamo i fuseaux, i loro antenati e così via.
Quello che sembra resistere di più alle intemperie del tempo sono gli abiti formali, ovvero, stando alla nostra lista, tailleur e little black dress. Resistono ancora di più i completi da uomo (noi donne possiamo permetterci più variazioni e passarla liscia comunque, bisognerebbe capire perchè).
Non esistono vestiti "assoluti", i vestiti, la moda, quello che possono mettere o non mettere uomini e donne e le differenti classi sociali vanno SEMPRE collocati nel contesto più vasto della società di riferimento, del periodo storico e del luogo in oggetto.
Qualche esempio: in Europa, prima dell'avvento del modello volutamente sobrio del borghese lavoratore con l'abito nero, anche gli uomini potevano ingioiellarsi, mettersi tacchi, busti, colori sgargianti, pizzi, parrucche.
E ancora: la t-shirt nasce negli Stati Uniti nella seconda metà dell'800 come maglietta intima. Fu sdoganata in seguito nell'ambito dello sport, ma iniziò ad essere utilizzata nel modo in cui la portiamo oggi solo dopo il 1950.
Nell'800 in Europa ed America le donne che portavano i pantaloni, come George Sand, venivano isolate socialmente (sempre meglio che nel medioevo europeo in cui le bruciavano direttamente). Addirittura nel 1960 Jacqueline Onassis, la vedova del presidente Kennedy, fu allontanata da un famoso ristorante perchè portava i pantaloni.
E questo solo per rimanere in Europa ed America, se dovessimo fare un confronto con altri luoghi e tempi non la finiremmo più.
E per finire ecco una carrellata di vestiti femminili siciliani che vanno dal 1770 al 1910. Si suppone che più o meno siano tutti indossati da donne piuttosto ricche e che quindi non ci siano forti sbalzi di classe sociale. Anche il luogo e il sesso di destinazione rimangono gli stessi, ma guardate che cambiamenti in così poco tempo!
Quindi non facciamoci infinocchiare da promesse di vestiti portabili in eterno e investiamo la quantità di soldi che vogliamo su quello che ci piace!!! :D


Robe à la française 1770-1775 Italia, Sicilia (http://www.museopiraino.it/)


Tenue du matin 1830 Italia, Sicilia (http://www.museopiraino.it/)


Toilette de promenade 1875-1880 Italia, Sicilia (http://www.museopiraino.it/)


Toilette pour la promenade 1895 Italia, Sicilia (http://www.museopiraino.it/)

Tailleur 1910-1912 Italia, Sicilia (http://www.museopiraino.it/)

4 commenti:

Acalia Fenders ha detto...

Quanta verità, seriamente meglio comprarsi vestiti che piacciono, tanto non durano mai (anche perchè se molto usati si consumano e il discorso decade). Quindi, piuttosto che girare con qualcosa di fuori moda (immagino le spalline anni 80 adesso XD) meglio orientarsi su qualcosa che piace.

I vestiti alla fine del pezzo sono stupendi *__*

Piperita Patty ha detto...

ODIOOO le spalline anni '80!! Avevo comprato un paio di cose usate con le spalline e le ho tagliate via XD
Comunque tu scherzi ma tipo 3 anni fa le stavano rilanciando un sacco O_O Poi se piacciono per carità, però...
C'è anche il problema opposto! Io ho i fiancozzi e quando non si trovavano pantaloni che non fossero girofiga (giusto per essere fini) ero nei guai perchè mi facevano l'atroce sbuffo di ciccia!
Sono contenta che ti piacciano i vestiti in foto! Io amo soprattutto il primo!

Elena ha detto...

Sono assolutamente d'accordo, l'ideale è comprare vestiti che ci piacciano e ci stiano bene. Da un lato bisognerebbe essere critici nei confronti delle mode per non comprare cose non adatte al nostro fisico o alla nostra età; dall'altro però non si può, a meno di non essere veramente coraggiosi ed eccentrici, indossare qualcosa del tutto fuori moda (come appunto le sproporzionate spalline anni '80).
Credo che la via di mezzo sia sempre la soluzione migliore: del resto la moda esiste per farci comprare sempre cose nuove, per farci sentire la necessità di rinnovare il guardaroba ogni anno e farci spendere come delle pazze ad ogni cambio di stagione.

Piperita Patty ha detto...

@Elena: concordo in pieno!!! Il vero problema è capire cosa ci sta bene e decidere in caso se rinunciare a qualcosa che ci piace lo stesso.

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